ATLETICO URI VERGOGNA SARDA NEL CILENTO PERDE CON LA GELBISON E DENUNCIA UN’AGGRESSIONE MAI AVVENUTA

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LA SQUADRA SARDA PERDE CON LA GELBISON E S’INVENTA UN’AGGRESSIONE MAI AVVENUTA. GELBISON PRONTA A TUTELARSI IN TUTTE LE SEDI

L'Atletico Uri più forte col difensore Mattia Piacente - L'Unione Sarda.it

Un teatrino per nascondere la sconfitta. L’Atletico Uri e la vergognosa messinscena di Mattia Piacente.
Il calcio, si sa, è fatto di passione, sacrificio e duro lavoro. Ma per alcuni sembra diventare sempre più un palcoscenico per inscenare teatrini indegni, piuttosto che un campo dove dimostrare il proprio valore. È il caso dell’Atletico Uri, che, dopo la pesante sconfitta per 4-1 subita contro il Gelbison, ha deciso di puntare tutto su un’accusa infamante e costruita ad arte, nel disperato tentativo di raccattare tre punti a tavolino.
La gravissima accusa di un’aggressione subita da Mattia Piacente durante l’intervallo, secondo quanto dichiarato dall’Atletico Uri è per uno dello staff rossoblù , secondo gli ospiti sarebbe stata orchestrata da un membro dello staff della Gelbison peraltro totalmente assente nella circostanza perché impegnato a fare altro. Eppure, il campo racconta tutt’altra storia. Una storia di una squadra, l’Atletico Uri, che si è resa protagonista di una prestazione imbarazzante e che ora, incapace di accettare la sconfitta, cerca un risarcimento con una strategia da pagliacci (come scrive la stessa Gelbison sul propria pagina ufficiale). Una messa in scena secondo le più antiche tarantelle partenopee perchè il protagonista è proprio un calciatore napoletano.
Quanto riportato dalla società sarda è, senza mezzi termini, una vergognosa montatura, un copione preparato a tavolino per mascherare la disfatta subita sul rettangolo di gioco. Il povero Piacente è stato messo al centro di questa farsa, inscenando un’aggressione mai avvenuta, nel tentativo di trasformare una sconfitta sportiva in una vittoria giudiziaria.
È triste, ma non sorprende: già durante la settimana, l’Atletico Uri aveva mostrato segni di tensione, chiedendo insistentemente di anticipare l’inizio della partita. La Gelbison, nel rispetto della sportività, aveva accettato di giocare alle 14:30, facendo di tutto per accontentare gli avversari. Ma, evidentemente, l’orario non era l’unico problema: il vero dramma per i giallorossi è stato il risultato pesante e inequivocabile.
E cosa fanno, a quel punto, i protagonisti di una sconfitta tanto dura? Si rifugiano in una messinscena ridicola, lanciando accuse false e infamanti per cercare di ottenere una vittoria a tavolino. Non è certo la prima volta che assistiamo a scenari del genere, ma ciò non toglie quanto sia disonorevole.
E mentre l’Atletico Uri denuncia inesistenti aggressioni, va ricordato che la Gelbison ha messo a disposizione tutto il materiale richiesto dagli ospiti, dalle borracce ai palloni, che sono stati restituiti distrutti . Questa è la realtà dei fatti: la società rossoblù ha dimostrato ancora una volta una correttezza esemplare, non solo sul campo, ma anche fuori. D’Altra parte la signorilità della formazione cilentana è ben nota ed è stata anche oggetto di pubbliche considerazioni positive da avversari, esponenti di lega e di istituzioni non solo calcistiche. Nessuno mai si è lamentato e nessuno mai ha avuto da ridire. Sembra strano come una squadra mai affrontata in passato, con nessun precedente diverbio possa essere stata al centro di un’aggressione. La tarantella non regge.  Lo staff medico della Gelbison è addirittura intervenuto per soccorrere   un altro giocatore che si è infortunato in campo durante il gioco. E questa sarebbe la società accusata di aggressione?
Di fronte a un comportamento così scorretto, viene naturale chiedersi: cosa sta diventando il nostro calcio? Se, per alcuni, si tratta solo di un palcoscenico per inventare accuse e trame contro chi ha dimostrato superiorità sul campo, allora la vera competizione viene annullata. Il risultato della partita è chiaro, ma l’Atletico Uri sembra non essere capace di accettarlo, preferendo avvolgersi in una nube di falsità piuttosto che affrontare la realtà.
Se esiste una lezione da imparare in tutto questo, è che il calcio non si vince con gli stratagemmi o con i teatrini. Si vince sul campo, giocando, sudando, e accettando i risultati. E oggi, l’Atletico Uri ha fallito, sia come squadra che come società, dimostrando di non saper perdere con dignità. Si tratta di una pagina nera per il calcio, ma la verità non può essere nascosta da false accuse. Invece di esportare le bellezze della Sardegna, i valori di questa terra bellissima e speciale isola  si tenta di ribaltare una sconfitta con stratagemmi e menzogne non appartenenti alla cultura sarda. Il ruolo di ambasciatore di valori sardi per questa squadra è molto sbagliato.
Per chi ha rispetto di questo sport, una cosa è chiara: la Gelbison ha giocato e vinto con onore, mentre dall’altra parte rimangono solo accuse infamanti che non reggono alla realtà. Il campo ha parlato. Tutto il resto è solo farsa. L’Atletico Uri chieda scusa e faccia prevalere il buon senso. La Gelbison ha già impugnato tutto e andrà fino in fondo per difendere la propria dignità, la propria storia e la sua integrità morale. Le bugie hanno le gambe corte e se  si continua a mentire qualcuno non la passerà liscia perchè le carte da bollo sono già pronte. Antonio Lucibello

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