ARRESTI IN CURVA COMINCIANO GLI INTERROGATORI E INTANTO SPUNTANO I NOMI DI BARELLA CHALANOGLU E SKRINIAR

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Curva Inter – Curva Milan: Inchiesta ultras – a l e s s a n d r o 5 4

 

 

Una possibile fuga di notizie e un elemento che pare certificare gli stretti rapporti tra figure dell’Inter ed ultras. Emerge un aspetto inquietante dalle carte dell’inchiesta milanese che ieri ha azzerato, con 19 arresti, i vertici delle curve di San Siro, che avevano stretto “un patto” per gli affari. Risulta dagli atti che il club nerazzurro sarebbe stato al corrente delle indagini in corso, così come i capi della Nord, in costante dialogo anche con quelli della Sud milanista.

 

Il culmine dello scontro è nei giorni tra la finale di Coppa Italia e l’ultimo atto della Champions 2023 a Istanbul. Il clima tra la Curva Nord e la società è rovente. Il motivo è il business della gestione dei tagliandi. I leader degli ultrà vogliono 1.500 biglietti. L’Inter ne offre la metà. A svelare la scusa del club per non esaudire i desiderata dei tifosi è una vecchia gloria interista, Marco Materazzi. «I biglietti, da 80 li rivendono a 900… questo mi è stato detto».

Carte

I contatti con Inzaghi

Marco Ferdico (uno dei tre capi della curva con Beretta e Bellocco) è una trottola. Chiama. Incontra. Chiede. Pretende. Minaccia di zittire il settore nerazzurro. All’Olimpico, prima, e a Istanbul, poi. Il pressing della curva è feroce. E non solo con la tradizionale interfaccia societaria (i dirigenti deputati ai rapporti con il tifo). Ferdico scomoda due vecchie glorie: Materazzi e «capitan» Zanetti, vicepresidente del club. E s’appella anche a Simone Inzaghi. «Allora Marco, leggo il messaggio che la curva non canta a una finale… io mi sono imbestialito, non con voi ma con la società. Mancano 4 ore, cercate di sistemare sta roba perché non esiste». L’allenatore nerazzurro promette di farsi portavoce anche con i vertici societari: «Parlo con Ferri, con Zanetti, con Marotta. Mi attivo e ti dico cosa mi dicono».

La Procura di Milano, che indaga su affari, violenze e intimidazioni degli ultrà delle curve milanesi, sta per ascoltare, come persone informate sui fatti, anche l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, il vicepresidente Javier Zanetti, l’ex difensore nerazzurro, ora al Psg, Milan Skriniar, e il capitano del Milan Davide Calabria.

Nei prossimi giorni, i pm Storari e Ombra, nell’inchiesta di Polizia e Gdf, inizieranno una serie di audizioni di testimoni, convocando pure dirigenti, responsabili e calciatori dei due club, i cui nomi compaiono negli atti, e sul capitolo delle presunte “pressioni” subite e dei legami con gli ultrà.

La trattativa è serrata. I contatti continui. Il club alza l’offerta a mille. Agli ultrà non basta. È Ferdico a pressare Inzaghi per questo: «Te la faccio breve Mister, ci hanno dato mille biglietti, noi ci siam fatti due conti: ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli». Alla fine, il club cede, e aumenta la disponibilità di biglietti da consegnare alla curva. «Mi hanno dato 1.500 biglietti!», esulta incredulo Ferdico.

I tentativi di influire sulla formazione della squadra

Nelle indagini c’è un altro tentativo di avvicinare Inzaghi, ma va a vuoto. È l’inizio del 2023. L’Inter fatica in campionato. Su un’auto che viaggia verso la Pinetina ci sono Ferdico e Mauro Nepi. Vogliono parlare con l’allenatore, e magari «dettargli» la formazione. Ferdico fa le prove: «No, aggressivo no, però gli dico Mister io ti voglio dire una cosa: qua sei a Milano non sei in provincia. Devi iniziare a tirare fuori un attimo la garra». L’atteggiamento della squadra in campo non piace, nemmeno le scelte tattiche: «Gli dico quello che gli devo dire, qua sei a Milano, quando sei in 10 metti due punte, lasci due punte. Te lo ricordi Berlusconi…».

Pm: ‘Inter intrattiene rapporti indiretti con criminalità’

L’Inter “nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni”. Lo scrivono i pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà arrestati ieri. Per il club nerazzurro, cosi come per il Milan, entrambi non indagati, come chiarito ieri, è stato aperto un “procedimento di prevenzione”, senza richieste di amministrazione giudiziaria, ma con un contradditorio coi legali delle società.

Sul punto i pm riportano le dichiarazioni messe a verbale da Claudio Sala, responsabile sicurezza prima squadra dell’Inter, il 29 febbraio scorso. “La società si relaziona con gli ultras esclusivamente tramite lo Slo, come detto nella persona di Silva Massimiliano – ha spiegato – il quale, ha il compito di parlare con i tifosi, ed in particolar modo con Ferdico Marco, poiché adesso è lui il capo del direttivo della Curva, ed è sempre lui, Ferdico, che si occupa della richiesta numerica delle tessere o dei biglietti”. Inoltre, ha aggiunto, “ho appreso direttamente da Silva che, per quanto riguarda la parte amministrativa, cambio nominativo e pagamento, lo Slo si relaziona direttamente con Debora, una donna che fa parte del direttivo della curva nord”.

Dalle indagini, segnalano i pm, è emerso “con chiarezza” che “Ferdico non solo partecipa attivamente a condotte violente nei confronti di forze dell’Ordine e tifosi avversari, ma è colui che ha determinato l’ingresso di Bellocco Antonio nella Curva dell’Inter”. Debora Turiello, arrestata anche lei ieri, “è colei che non solo partecipa alle aggressione violente nei confronti di tifoserie avversarie, ma la stessa fornisce copertura a Andrea Beretta (pregiudicato per criminalità da stadio) nella associazione We are Milano, struttura di copertura del tifo violento”.

Il direttivo della Curva Nord, pur di ottenere più biglietti per la finale di Champions poi persa a Istanbul, cerca «di trovare una soluzione anche facendo ricorso alle “vecchie glorie” dell’Inter». Questo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dai pm di Milano Sara Ombra e Paolo Storari che ha portato ai 19 arresti dei vertici delle curve milanesi.

Ma da questa ordinanza emergono ulteriori nomi di tesserati dell’Inter (oltre a quello dell’allenatore Simone Inzaghi), che avrebbero avuto rapporti con i vertici del tifo organizzato interista. Si tratta dei centrocampisti Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu.

Il 26 maggio del 2023 viene registrata una conversazione tra l’ex difensore nerazzurro Marco Materazzi e uno dei capi della curva Marco Ferdico, che è stato arrestato ieri, in cui c’è un chiaro riferimento ai biglietti e «risulta evidente che Materazzi sarebbe dovuto servire per mediare con la squadra», una mediazione lecita che sembrerebbe esserci stata e svela il perché del diniego del club, ossia il rincaro operato dal direttivo sui biglietti: da 80 euro li avrebbero rivenduti a 900. Inoltre, «dalla lunga conversazione è emerso anche che Ferdico avrebbe saputo da Zanetti (ex capitano e oggi vice-presidente dell’Inter, ndr)) che «ci sono dei funzionari di Polizia che stanno monitorando la Curva anche per l’accaduto che è successo al povero Vittorio (Boiocchi, ndr) che è morto tragicamente in strada».

Se il direttivo sembra interagire con le persone predisposte ad avere rapporti con la tifoseria, come le norme UEFA consentono, l’ordinanza di custodia cautelare non risparmia un lungo elenco di tesserati Inter, a partire dall’allenatore, Simone Inzaghi di cui Ferdico prima si lamenta per le scelte tecniche – «chiedendo addirittura un confronto diretto (gennaio 2023, ndr)», poi a ridosso della finale di Champions (maggio 2023), «si lamentava delle scelte societarie per l’esiguo numero di biglietti concesso alla tifoseria interista, prospettando (e poi mettendo in atto) lo sciopero del tifo». Un atteggiamento che a dire del gip Domenico Santoro, che ha firmato i 19 arresti, restituisce «l’immagine di una società spesso sottoposta a pressioni, che prova a mediare nell’interesse della squadra e che, verosimilmente, in questa ottica, rischia di sottovalutare il peso di certi accadimenti».

E ancora, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare della procura, l’ex giocatore nerazzurro Milan Skriniar avrebbe avuto un incontro con due ultrà, per discutere la sua permanenza a Milano, e il calciatore «tremava dalla paura». Il turco Hakan Calhanoglu, stando alle affermazioni di Ferdico, «avrebbe dovuto trascorrere, nel mese di agosto una serata a cena con la propria famiglia, unitamente a quella di Antonio Bellocco», legato al clan di Rosarno e ucciso lo scorso 4 settembre. In più circostanze, si legge nell’ordinanza «si è compreso che Ferdico avrebbe incontrato il calciatore turco ricevendo in dono magliette ufficiali consegnate poi ad Antonio Bellocco».

Inoltre il 22 agosto 2023 Ferdico «ha informato Bellocco di un incontro con Calhanoglu e con il calciatore colombiano dell’Inter Juan Guillermo Cuadrado, che avrebbero dovuto perfezionare il 24 agosto» e in una conversazione del 26 maggio del 2023 con Materazzi, Ferdico «ha affermato di aver incontrato Calhanoglu e il calciatore Barella, per parlare delle criticità sorte per la vicenda dei biglietti della finale di Champions League, e avrebbe appreso perfino le lamentele del calciatore turco per il comportamento della società interista».

Da quanto emerge sarebbero più di uno i dialoghi tra Ferdico e Materazzi, la vicinanza dell’ex calciatore al direttivo «è testimoniata dalla sua presenza alla riunione del tifo interista il 14 settembre del 2023, occasione nella quale vi è stata la pubblicizzazione della birra commercializzata proprio da Materazzi e la promessa (documentata nel corso di una intercettazione telefonica) di Ferdico (e Beretta, arrestato) a impegnarsi affinché, in futuro, si concretizzasse la vendita esclusiva di tale bevanda nell’eventuale prossimo stadio interista».

GIRO DI AFFARI PER MILIONI DI EURO

Ben 260mila euro in cassa solo dai biglietti del campionato 2022/23, prima della miniera d’oro della finale di Istanbul. E poi soldi dalle trasferte e dalle bancarelle fuori dal Meazza, con l’esercito di ultras interisti a difendere la piazza dagli altri venditori, soldi dal merchandising a marchio “Cn69” del negozio di Pioltello, soldi dai parcheggi.

Fiumi di denaro che solo per i tagliandi dello stadio – spiega La Repubblica nella sua edizione odierna – si avvicina a un milione all’anno, e la cui spartizione provoca liti e malumori. Fino all’omicidio a coltellate di Antonio Bellocco, uomo della ’ndrangheta, da parte di Andrea Beretta, che controlla il negozio e il marchio del tifo.

Sono il leader della Nord interista Marco Ferdico e il suo sodale Bellocco a decidere la spartizione del bottino alla fine della stagione 2023. «260 mila avanzati, 100 sono sul conto e 20mila vanno recuperati da Curva Nord, da tutti quelli che ci devono soldi…», dice Ferdico al calabrese. I due decidono di prendere 30mila a testa, ma c’è un problema. «Fare star zitto Maurino (Mauro Nepi, arrestato, ndr). Però ho un jolly nella manica, a Maurino dovevamo dargli 35, possiamo dargli 25», dice Ferdico.

In quei giorni già si pensa alla finale di Champions: l’obiettivo è consegnare 350 biglietti a ciascuno degli altri cinque uomini del direttivo. I tre li pagano 80 euro e li consegnano a 600 euro agli altri del gruppo, che a loro volta li rivendono con un ulteriore ricarico di almeno 200 euro.

Di fronte ai malumori di Francesco Intagliata (arrestato), che vorrebbe più tagliandi, Ferdico sbotta: «Franci basta… io sono per il giusto. Noi siamo tre? il biglietto te lo do a 600… costa 80, sono 520… 520 diviso 3 sono 160 euro a testa… tu invece li vendi a 800 te ne metti in tasca 200… stai guadagnando più di me». Un incasso complessivo che, al netto dell’accordo con i milanisti di spartirsi gli incassi della finale, è vicino al milione di euro.

Le partite rimangono solamente un contorno, un paravento per gli affari. «Lo sai benissimo, io non faccio le cose per lo striscione. A me non frega un emerito c…», dice Beretta a “Renatone” Bosetti, arrestato, responsabile della biglietteria. «Nessuno lavora per il popolo!», gli risponde Bosetti, diventato portavoce dopo l’omicidio Bellocco.

Il quadro che viene fuori, scrive il gip Domenico Santoro, è quello di «una sana passione piegata verso l’obiettivo di conseguire lauti profitti da tutto ciò che ruota intorno al tifo». Ne sono esempio le parole di Bellocco, che sospetta che Beretta tenga nascosta buona parte delle entrate. Si lamenta con Ferdico. «Negozio… ventimila euro più o meno, quindi sette mesi sono 140mila euro, 530 in tutto..». E poi «paninaro stadio, gruppi, festa a San Siro, le bancarelle allo stadio… minimo hai fatto 650mila euro».

E continua: «Magliette, cappellini, felpe, senza contare i giubbotti, li vende a 120 euro. E tu gli devi dire… se è così…che non guadagniamo… apriamo un negozio a Milano… lo gestisco io… ti faccio vedere come ti faccio guadagnare 300mila euro all’anno». Bellocco si dimostra ormai il dominus di conti e affari. Rappresenta a Beretta «gli ammanchi dei guadagni ma, ancor di più emerge il completo coinvolgimento negli affari lombardi della sua famiglia che, oltre a essere a conoscenza di tutti gli affari, ne controllerebbe costantemente i profitti», conclude il Gip.

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